Il sole splendeva, quel mattino. Rain City si ridestava, come ogni giorno, immersa nella sua caoticità di città moderna, nel suo andirivieni di persone che viaggiavano, si recavano a lavoro, passeggiavano, chiedevano l'elemosina, si dedicavano ai loro affari (loschi o meno), chiacchieravano, pensavano, agivano... insomma, vivevano. Come sempre, più di sempre...
Per Paul non era così... ora, guardando dalla finestra le strade della città dal suo appartamento, era sopraffatto dai ricordi di tutto quello che era successo negli ultimi giorni...
Pochi giorni prima... l''"incidente" (così come lo definiva), uno shock per lui, abituato come tanti suoi concittadini a una vita ordinaria, regolare, abituale... lo studio, gli esami, quella ricerca che lo aveva portato a esplorare nelle sue pieghe sconosciute la chimica molecolare, ora che si avvicinava alla tesi di laurea, tante speranze, sogni, idee per il futuro che si accavallavano nella sua mente... e poi le cose avevano preso una piega inaspettata: un'esplosione (di piccola entità, per fortuna...) durante l'esperimento, e quella sensazione strana che era seguita... ed ora si sentiva diverso, e a ricordargli continuamente quello che era successo quei due... "cosi" che nelle ore successive erano spuntati sulla sua testa... per fortuna nessuno si era recato nel laboratorio dell'Università Pinkerton di Scienze e Chimica Molecolare in quel momento, nessuno lo aveva notato, nessuno si era accorto di qualcosa che non andava... nei giorni successivi Paul si era dato malato, si era chiuso in casa, aveva rimuginato sull'accaduto, si era accorto dei "cambiamenti"... non tanto esteriori quanto interni, come se ci fosse qualcosa di diverso nel suo metabolismo, nella sua natura... si era spaventato, la prima notte dopo l'incidente un incubo lo aveva destato di soprassalto, e si era trovato attaccato alla parete della stanza, in preda al terrore... sentiva che i suoi sensi erano potenziati, che aveva capacità fisiche, di adattamento, di resistenza, diverse... era dura accettare subito un tale cambiamento, ma poi piano piano si faceva strada in lui una consapevolezza... lui era sempre Paul Lendrix, la sua mente era sempre quella di un giovane intelligente, gentile, un po' timido, socievole, come era sempre stato... questo era semmai un "dono" in più, qualcosa che in qualche modo gli sarebbe potuto servire, un "extra" da giocarsi... ma come? Prese in mano una copia dei fumetti che sempre lo avevano appassionato... "da grandi poteri derivano grandi responsabilità"... era vero. Dunque non poteva tenere le sue nuove "doti" tutte per lui, doveva innanzitutto capirle, razionalizzarle, diventarne padrone consapevole, e quindi utilizzarle. A fin di bene, ovviamente... sul come e perchè ci avrebbe riflettuto, con calma...
Aveva telefonato Jack, il suo migliore amico: di lui poteva fidarsi ciecamente, e Paul, bisognoso di condividere con qualcuno quell'esperienza, si era confidato... "Mi raccomando, Jack, nessuno deve saperlo, tantomeno Jamie, per il bene di tutti..." "Certo, Paul, sai che di me ti puoi fidare." "Grazie, amico mio..." Jamie, la sua ragazza, aveva lasciato in segreteria vari messaggi, piuttosto preoccupata perchè lui non si era più fatto vivo negli ultimi giorni. L'aveva tranquillizzata la sera prima, in una lunga telefonata in cui confidava parte delle sue emozioni, si apriva con lei sui suoi dubbi e diceva di amarla (e in fondo era così), senza però dirle dell'incidente e delle conseguenze... certo, sarebbe stata dura nasconderle a lungo la verità, ma per il momento, in attesa di capire l'entità dei cambiamenti, era la cosa migliore da fare... Lei si era sentita sollevata, e avevano chiacchierato a lungo di vari argomenti...
Le immagini erano pian piano svanite, i ricordi avevano lasciato il posto alla realtà, a quella mattina d'agosto e di una vita di cui reimpossessarsi, prendendola "per le corna"... "O per le antenne", pensò Paul, sorridendo per la prima volta dopo parecchi giorni...
Aveva appuntamento con Jack e Jamie all'Università per quella mattina. Inforcato il cappellino con visiera, si era recato in fretta in metropolitana nel quartiere dove si trovava la sede della Pinkerton...
La biblioteca era un vasto locale interno all'Università, a cui si accedeva, entrati dal cancello principale, dopo un piccolo parco alberato e dotato di alcune aiuole, a fianco dell'edificio principale. Una costruzione neoclassica, piuttosto imponente, dove vi era la maggior concentrazione di testi, specialmente quelli di tipo scientifico, dell'intera Rain City.
"Ciao Paul, siamo qui!" Jamie sorrise alzando una mano, quando vide il suo ragazzo salire i gradini dell'accesso alla biblioteca. "Ciao Jamie, ciao Jack..." sorrise ai suoi amici, i migliori che avesse potuto desiderare. Jack rispose con una strizzatina d'occhio, Jamie gli si gettò al collo, in un abbraccio a cui non servivano parole. "Mi siete mancati, amici miei, anche se non ci vediamo che da pochi giorni..." disse Paul, dando un bacio sulla guancia di Jamie... "Da quando usi portare il cappellino?" lo incalzò la fidanzata... "Da adesso! Te l'ho detto che qualcosa nella vita di una persona prima o poi deve cambiare... mi sono accorto che questi cappellini con visiera mi piacciono un sacco, non farò mai più senza!" questa volta fu Paul che strizzò l'occhio a Jack, il quale rispose con un sorrisetto sornione...
"Avanti, volevo consultare dei libri per una ricerca, diamoci da fare!" Entrarono quiandi tutti insieme nel vasto salone centrale della spaziosa biblioteca della Pinkerton University...
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