L'ascensore del laboratorio F prese a scendere lentamente verso i piani inferiori della struttura, il neon del vano che traballava incontrollato.
Ogni secondo passato in quella scatola di metallo e moquette rossastra rendeva Duke più nervoso: gli sembrava, ogni volta che si trovava in spazi stretti, di sentire la voce dell'altro se stesso farsi più forte, più fastidiosa, come se reagisse con più violenza del solito al fatto che anche il corpo che condividevano si trovasse costretto in pochi metri.
Improvvisamente, l'ascensore tirò un forte scossone, e prese a rallentare progressivamente il proprio moto... fino a fermarsi.
Un guasto, di certo provocato dai problemi elettrici che stava manifestando la struttura: con un po' di sforzo, Duke riuscì ad aprire la porta scorrevole per analizzare la situazione.
Il gelido buio della tromba dell'ascensore lo abbracciò, stringendolo con forza, e mostrandogli come si trovasse a una distanza troppo grande per poter tornare al Reparto 1, mentre la fermata del Reparto 2 si trovava ad alcuni metri al di sotto... raggiungibile, forse, ma di certo il rischio di cadere verso il vuoto nulla che stava sotto di lui era significativo.
Un problema in più in una situazione già parecchio problematica, insomma!
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